Con il sangue agli occhi by Federica Sciarelli & Antonio Mancini

autore:Federica Sciarelli & Antonio Mancini [Sciarelli, Federica & Mancini, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Social Science, Criminology
ISBN: 9788817082716
Google: AO3wsgEACAAJ
editore: Bureau Biblioteca Univ. Rizzoli
pubblicato: 2015-08-15T07:49:08+00:00

Fabio e Peppino l’invisibile

Marcello fu dichiarato incapace di intendere e di volere, come da copione.

Anzi: «Totalmente incapace di intendere e di volere».

Era soddisfatto, non tanto per quel certificato falso che gli avrebbe permesso di farsi un po’ di riposo in qualche ospedale psichiatrico, e niente carcere, ma perché sentiva che Franco er negro non gli sarebbe più apparso di notte.

Che mentre dormiva lo vedesse spuntare dal televisore era vero, ma il perito aveva pensato che fosse una delle solite balle, e comunque aveva velocemente messo la sua firma sul certificato che lo avrebbe salvato dalla galera.

La prima domanda che gli fece Nino quando si ritrovarono insieme dopo l’avvenutra di via Donna Olimpia fu proprio questa:

«A Marce’, te lo sogni ancora Franco er negro?»

«No, macchè. Dopo che avemo ammazzato er pescetto ho dormito alla grande, sonni lunghi lunghi.»

«Beato te.»

Io no,

io nun dormo più.

Ora nun dormo più.

Ora i morti vengono da me.

Escono dar televisore come faceva Franco er negro, ma anche dar frigorifero, dar lavandino, dai vetri delle finestre.

E nun me chiedono de vendicalli.

Me dicono

A BASTARDONE

A BASTARDONE.

Meglio infame che pentito.

Io nun so’ un pentito.

E poi pentito de che?

De sta qua dentro, in questa trentina de metri quadri,

che pe’ entra’ nella doccia devi esse secco secco.

E se alzi er letto nun pòi apri’ l’armadio.

Ce sto dentro tutto er giorno.

E fumo.

Puzza de fumo ’sto posto.

Le lenzuola, le coperte, er divano.

Famme usci’. Oggi è lunedì. C’è da anna’ a porta’ Fabio in piscina.

Che poi che ce va a fa’, a che je serviranno tutte ’ste terapie nell’acqua? È alto. È robusto. Sembra sano. Boh!

Eccolo, con la sua testa rasata. Sta sempre a parla’ co’ quarcuno, mentre aspetta il pulmino.

«Andrea, Fabio è in piena forma stamattina» commenta Nino rivolto all’autista.

«E già! Vai, fallo salire.»

«Vado... Buongiorno Fabio! Che fai, vieni con noi?»

Nino ha aperto il portellone del pulmino gratuito e garantito, ma Fabio non si sposta di un centimetro e continua a parlare con qualcuno. Gesticola come se l’argomento fosse importante.

«’Namo che famo tardi.»

«Un momento, Nino.»

«Fa’, dovemo da anna’, sennò chiude la piscina, lo sai, poi nun ce fanno entra’.»

«Arrivo. Un attimo... Ciao Peppino, vado altrimenti chiude la piscina. A domani... Bene, andiamo.»

Fabio prende il borsone con l’asciugamano e il costume da bagno, si avvia verso il pulmino, ma poi si blocca, posa di nuovo il borsone, e voltandosi indietro riprende a parlare con il suo amico. Parla lentamente, scandisce bene le parole:

«Peppino, lo sai... che ieri... ho visto... anche... Salvatore?»

«E se te sbrighi lo vedi anche oggi, dài Fabio, annamo.»

«Allora... io vado... ciao Peppino... ci vediamo... domani.»

Nino guarda sorridente Andrea, con aria interrogativa. Ma lui gli risponde con il solito sguardo disincantato, come dire: “A che serve il nuoto a uno che parla con Peppino l’invisibile? Nino, e che ne so? Però lì lo dobbiamo portare”.

Me pare Marcello,

che vedeva er negro

che usciva dallo schermo

der televisore

per sollecitarlo

ad ammazzare i Proietti,

e invece questo vede Peppino tra

gli alberi der viale.

Chissà che je dice Peppino,

quasi quasi je lo chiedo.

Mejo de no,

sennò va a fini’ che me sbomballa

anzi

adesso je lo chiedo:

«Fabio, con Peppino tutto bene, andate sempre d’accordo?»

«Sì.

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